lunedì 7 maggio 2012

Ma l'amor mio non muore


Dal 17 marzo al 12 maggio 2012
Ma l'amor mio non muore
Roma, T293


Una vetrata nera che riflette via dei Leutari: un motorino, un portone, qualcuno che passa. 
E un neon rosso, “Ma l'amor mio non muore”




La vetrata nera è della galleria d'arte T293. Il neon rosso, invece, fa parte della prima esposizione personale a Roma di Claire Fontaine, collettivo parigino nato nel 2004 che, dopo aver assunto il nome di una nota marca francese di quaderni per la scuola, si è auto dichiarata (perché Claire Fontaine si rivolge a sé al femminile) “artista ready-made”. Da allora una continua successione di neon, video, sculture, dipinti e scritte, soprattutto scritte, tutto per teorizzare l'abolizione sia della proprietà privata che della proprietà intellettuale. Claire Fontaine è una singolarità qualunque, è una terrorista esistenziale in cerca dell'emancipazione. O almeno così dice di sé.

“Ma l'amor mio non muore” è il titolo di un libro di vari autori uscito nel 1971 presso la casa editrice Arcana. Al suo interno utili consigli su come fabbricare bottiglie incendiarie o su come difendersi dai gas lacrimogeni. Ricette per gli infusi di marijuana e per la produzione casalinga di stupefacenti. Insomma, la bibbia del rivoluzionario, di quelli che sono contro “il sistema”. 
Motivo per cui non fu sequestrato dalle forze dell'ordine? Quando l'azione fu lanciata tutte le copie erano già finite. 
Sulla vetrina scura della T293 il neon rosso ci avverte, sembra gridare, ma con dolcezza, che anche in un'epoca come la nostra in cui resistere è difficile, c'è ancora una speranza, c'è chi ricorda, ci sono gli ideali che non muoiono. 

Oltre il neon, scavalcata la porta della T293, una stanza bianca e un video proiettato proprio al suo centro, dal soffitto al pavimento. “Situations” parafrasa un dvd d'istruzioni sulla lotta di strada. Un uomo dai tratti nordici ci indica come difenderci violentemente dalle aggressioni di sconosciuti, casualmente rappresentati da un uomo dalla pelle nera e da un altro dall'aspetto poco rassicurante. 
I movimenti che ci vengono mostrati sono una simulazione, ma l'intento è pedagogico, ci invitano a replicarli, distribuiscono conoscenze a tutti, indiscriminatamente, agli amici come ai potenziali nemici. 


Nella stessa stanza bianca, sulla destra, “Untitled (The Invisible hand)”. È un ready-made modificato creato a partire da un pendolo di Newton, gadget da ufficio estremamente diffuso, personalizzato la Lehman Brothers, società finanziaria fondata nel 1850, che nel 2008 ha annunciato la più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti d'America. 
La biglie del pendolo sono ora prigioniere di un campo magnetico, costrette a muoversi perpetuamente al di sopra di un campo da tennis di plastica. Chiaramente un commento sarcastico alla tragica fine del gruppo finanziario, emblema di tutte le crisi, quindi anche di questa, la nostra crisi. Questo è il capitalismo, questo è cosa siamo, illusi di essere parte del gioco, nel campo a correre e sudare per vincere, ma non c'è gioco. La mano è lì, invisibile ed inquietante, a regolare il “libero” mercato.


«Le ragioni di un amore che non muore affondano spesso nel passato più che nel presente. Forse perché l’amore non ha, per così dire, il senso della realtà, ma ha il senso del possibile, è parente stretto del non ancora e del non più. Che noi amiamo il comunismo – e che lo amiamo ancora – vuol dire che per noi il futuro esiste e non è soltanto la proprietà privata dei dominanti di oggi o di domani».

aurora alma bartiromo                                                                                                                    



Claire Fontaine
Mostra: “Ma l'amor mio non muore”, Claire Fontaine 
Sede: T293, Via dei Leutari 32, Roma
Periodo: 17 marzo – 12 maggio 2012
Orario: Martedì – Venerdì, 15 – 19 o su appuntamento
Ingresso: libero
Sito Web Artista: www.clairefontaine.ws/ 
Contatti Galleria: website www.t293.it/ 
tel. +39 (0)683763242; email info@t293.it